16 ottobre 1680 Raimondo Montecuccoli muore a Linz presso l’albergo “All’Aquila Nera”. I suoi organi vengono tumulati presso la Kapuzinerkirche dove una lapide lo ricorda. La salma venne sepolta a Vienna nella chiesa Am Hof nella solennità di un funerale che oltre alla partecipazione della Corte Imperiale vide una grande partecipazione di pubblico come avviene per i più grandi Eroi. L’imperatore Leopoldo I concesse al figlio di Raimondo; Leopoldo Filippo il titolo di Principe del Sacro Romano Impero quale onorificenza post mortem ai meriti del padre che per gli Asburgo aveva combattuto invitto per ben 50 anni. L’impero Ottomano da lui sconfitto nel 1664, attese la morte del “demone Montecuccoli” (come lo chiamavano loro) prima di tentare il successivo assedio di Vienna l’11-12 settembre 1683.
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11 settembre 1683!
Vogliamo ricordare quattro eroi praticamente dimenticati!
A quell’epoca l’Europa era molto debole ed in crisi proprio come oggi: la Germania era divisa in tanti staterelli e principati; l’impero Asburgico era retto da Leopoldo I il quale era più avvezzo a occuparsi dei grandi fasti della vita di Corte, che non di diplomazia o di organizzazione militare; la Francia come sempre pensava al suo interesse. Come sottolinea il Prof. Cardini, per il Re di Francia poco sarebbe cambiato se avesse vinto il Sultano anzi, egli dietro le quinte bramava di allearsi ai Turchi pur di distruggere l’eterno avversario del Sacro Romano Impero. In quel contesto fu un italiano ad organizzare la resistenza, a galvanizzare il popolo, a tessere una tela di alleanze...Padre Marco d’Aviano come il nostro Raimondo Montecuccoli vent’anni prima (va ricordato anche il ruolo che nella battaglia ebbe il suo discepolo ed erede militare Eugenio di Savoia). Italiani, popolo che non aveva uno stato nazionale, costretto a servire lo straniero, ma che ha sempre primeggiato per genialità, eroismo ed arte. L’aiuto fondamentale poi arrivò da est, dalla Polonia e dal suo Re Ian Sobiesky. Questo a riprova di quanto fu fondamentale l’Est per l’Europa e quanto lo sarà per il futuro. Una vicenda del passato che sembra parlare di presente e di futuro. Ricordiamo questi Eroi Italiani e Polacchi e ci siano di esempio per il futuro.
Raimondo Montecuccoli a Roma
La carriera di Raimondo Montecuccoli
Per quanto riguarda i ritratti di Raimondo a lui contemporanei (1609-1680),in assenza di elementi certi, è difficile stabilire con certezza a quale perido della sua vita siano legati. Di fondamentale aiuto è la presenza di “titoli”, i quali indicano il livello della carriera raggiunto dal Montecuccoli in quel particolare momento in cui veniva eseguita l’incisione o realizzato il quadro.
1625 Soldato Semplice
1629 Alfiere
1631 Tenente
1632 Maggiore di Fanteria
1634 Tenente Colonnello
1635 Colonnello
1642 Generale
1643 Maestro di Campo
1644 Tenente Maresciallo di Campo
1645 Membro del Consiglio Aulico Imperiale di Guerra
(Hofkriegsrat) Gentiluomo di Camera dell’Imperatore
1647 Generale della Cavalleria
1658 Feldmaresciallo
1660 Governatore di Giavarino (Gyor presso il fiume Raab)
1661 Feldmaresciallo Generale
Luogotenente Generale dell’Impero ( Il Conte Modenese è al vertice
della gerarchia militare e dell’apparato politico dell’Impero secondo
solo all’Imperatore)
1666 Ordine del Toson d’Oro (riservato a Principi,Re,Imperatori)
1668 Presidente dell’Imperiale Consiglio Aulico Militare
1669 Diploma Imperiale di “Illustrissimo”.
1675 Gli viene promesso il titolo di “Principe dell’Impero”.
Raimondo lascia il Comando Supremo dell’Esercito Imperiale a Carlo
di Lorena
1689 Il figlio Leopoldo Filippo riceve il titolo di “Principe”, con decreto di
Leopoldo I del 23 maggio.
L’Imperatore attribuendo questa alta qualifica al figlio di Raimondo,
intendeva disobbligarsi col il padre, morto nel 1680.